Il tempo ha graziato la rassegna bovina dell’Antica fiera di Erbezzo al suo 110° compleanno, ma ha costretto a passare al coperto la giornata dedicata a «Tipicamente Lessinia», con il quarto concorso regionale per le pecore di razza Brogna e l’esibizione dei cani da pastore della Lessinia. È mancato il pubblico delle grandi occasioni, ma non sono mancati l’entusiasmo e la voglia di pensare a un futuro diverso, con sempre più attenzione alle piccole realtà che saranno la strada maestra della salvezza dell’agricoltura di montagna.

La Brogna è una delle quattro razze venete (con Alpagota, Foza e Lamon queste ultime due più tipicamente da carne, le altre a triplice attitudine da carne, latte e lana) a rischio estinzione. Grazie all’impegno di un manipolo di allevatori fortemente motivati, oggi la Brogna non è più classificata a rischio, ma «in fascia di pericolo»: la carne è sempre più apprezzata e, come ha rivelato Cristina Ferrarini, allevatrice di Ceredo che è anche maga della trasformazione della lana, è arrivata perfino dalla Norvegia una richiesta di acquisto di lana da tingere da parte di una signora che usa colori naturali e intende commercializzarla nel suo paese.

Davide Pasut, dottore Forestale di Pordenone e membro di un gruppo di studiosi che fanno riferimento a SoZooAlp, società per lo studio e la valorizzazione dei sistemi zootecnici alpini, ha illustrato brevemente l’interesse che accomuna quanti lavorano per la conservazione di una montagna ricca di espressioni produttive e culturali, oltre che di valori ambientali: «Questi animali hanno un ruolo fondamentale nella conservazione del paesaggio e sono il metodo più economico per farlo, sia che si guardi la montagna con l’occhio del turista, del naturalista o dell’allevatore».

Per sottolineare questo tutti gli allevatori di pecora Brogna avevano indossato una maglietta confezionata per l’occasione con un paesaggio di pascolo e la scritta: «Io sto con le pecore. Sheep… life for Alps», cioè le pecore sono vita per le Alpi.

Il veterinario Marcello Volani e Valerio Castagna, esperto di razza con qualifica regionale di giudice, hanno valutato i capi di pecora Brogna presenti al concorso nelle tre categorie: agnelli nati dopo il primo gennaio 2017, fattrici nate fino al 31 dicembre 2015 che abbiano partorito almeno una volta e montoni. Il loro giudizio sui capi presenti al concorso è stato lusinghiero: «Cresce ogni anno il valore morfologico dei capi e quest’anno abbiamo dovuto aggiungere dei premi accessori per alcuni soggetti che sarebbero stati primi a pari merito perché era davvero difficile scegliere il migliore», hanno detto.

Regina della rassegna, che per la prima volta ha avuto il riconoscimento regionale, è stata la fattrice presentata da Giuliano Menegazzi, di Erbezzo, un animale davvero docile e affettuoso. Al secondo posto l’esemplare portato da Leonello Spada di Valgatara di Marano di Valpolicella, seguito da quello di Lorenzo Erbisti di Roverè. Allo stesso Erbisti è andato invece il primo premio per la categoria agnelli, seguito dagli esemplari di Isabella Bortoli di Asiago e dello stesso Menegazzi. Per gli arieti il primo premio è stato riconosciuto all’azienda Spada di Valgatara , ancora con Erbisti e Bortoli al secondo e terzo posto. Grazie a questi risultati l’allevamento di Lorenzo Erbisti è risultato il migliore per somma di podi in tutte le categorie, mentre menzioni d’onore sono state riservate a Bortoli per gli agnelli, a Cristina Ferrarini per la categoria lana e a Rosella Pegoraro di Montecchia di Crosara per le sue fattrici, tre soggetti molto belli ma ancora troppo giovani per la giuria. I bambini hanno votato l’agnello più bello dell’allevamento di Menegazzi. A tutti gli allevatori presenti e ai vincitori sono andate campanelle e coccarde offerte dal Comune di Erbezzo, e buoni acquisto del Mangimificio Carcereri di Cerro.

La pasta al sugo di pecora Brogna e gli arrosticini preparati sul momento dai volontari della Pro loco hanno pienamente soddisfatto tutti i presenti che hanno potuto assistere anche alla tosatura di alcuni esemplari e alla presentazione di alcune razze di cani da pastore.

Vittorio Zambaldo

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